Come mangiavano gli antichi Romani? Beh, non è semplicissimo rispondere a questa domanda.
Certo, se dovessimo dire come si mangia a Trento o a Palermo sarebbe certamente più facile. Questo perchè la globalizzazione ha fatto sì che entrando in un supermercato di Trento ci troveremmo le stesse cose che troveremmo in uno di Palermo, anche se potrebbero cambiare i prezzi. Invece per quanto riguarda Roma e i Romani la faccenda è più complessa e bisogna fare una distinzione sia “orizzontale”, che tenga quindi conto della geografia, sia “verticale”, che tenga conto quindi della scala sociale romana. Ma anche “diagonale”, che tenga conto, quindi, del terzo elemento: il tempo. E’ chiaro che i primi Romani non avevano a disposizione tutto quello che ebbero i loro discendenti di epoca imperiale, perchè Roma si espanse e inglobò nuovi territori, con prodotti locali nuovi e sottomise culture con proprie abitudini alimentari, che in alcuni casi Roma assorbì.
Quindi per poter rispondere bisogna rispondere prima ad altre domande, come: “in che momento della storia di Roma?”, e anche “in che punto del territorio romano?” e infine “chi? Un individuo di rango senatoriale, un plebeo o uno schiavo?”.
Insomma questione complessa.
Questo libro traccia un quadro sull’evoluzione di questo aspetto importantissimo della cultura romana, affrontando anche l’argomento di dove i Romani presero queste abitudini, di come mangiassero i popoli antecedenti a loro, dei traffici di cibo lungo il Mediterraneo e tantissimi altri argomenti interessanti, come la conservazione del cibo in epoca romana. Certamente nel libro trovano spazio tantissime interessanti ricette, riprese da Apicio, da Catone, da Varrone e da Columella; ma anche un capitolo di incredibili notizie e curiosità, che vi divertiranno e stupiranno.
Troverete moltissime analogie con abitudini, superstizioni, modi di fare e dettagli della vita quotidiana e del cibo che sono ancora fermamente radicati nella nostra società moderna, ma scoprirete anche come su alcuni argomenti sia stata fatta cattiva informazione. Molti luoghi comuni legati all’alimentazione dei Romani, come ad esempio quelli sul famigerato garum, sono frutto di errata trascrizione o dovuti ai millenni che ci separano dai Romani, e in questo libro vengono affrontati e riportati alla loro giusta dimensione, una volta per tutte.
Troverete, come detto, anche un capitolo interessante per scoprire come fecero gli antichi Romani a risolvere un problema immenso e importantissimo come quello della conservazione dei cibi, dal momento che non potevano compiere quel gesto così consueto che mille volte al giorno facciamo: aprire e chiudere un frigorifero.
Un libro che ho scritto avvalendomi della preziosa collaborazione dell’archeocuoca Cristina Conte, che si è occupata della ricostruzione delle ricette che proponiamo nel libro.
Inoltre due delle 10 schede di approfondimento sono state scritte da due archeologhe, la dott.ssa Sara Chierici e la dott.ssa Ilenia Tamburro.
E adesso… Divertitevi pure a cercare di ricreare nella vostra cucina uno dei piatti che tante volte sono stati preparati dal famosissimo Apicio…!
Foto © G. Franchetti