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L’archeomedicina… Comprendere il modo di ragionare dei medici antichi  e il loro modo di operare… Una passione vera…

Giorgio Franchetti

Archeomedicina

Sono trascorsi ormai svariati anni da quando coniai il termine di archeo-medico.
Chi è l’archeo-medico?
Nel mio caso è una persona che ha avuto una formazione di studi indirizzata all’archeologia e che in questo viaggio incredibile nel passato ha avuto la straordinaria possibilità di incontrare, nei suoi studi, Eutyches. Quest’uomo era un medico greco che decise di vivere ad Ariminum, l’odierna Rimini, dopo aver molto probabilmente passato gli anni della propria giovinezza al seguito delle legioni romane, prestando servizio come medicus. Visse nella metà del III secolo d.C., probabilmente durante l’epoca gallienica. Un frammento di muro, incredibilmente sopravvissuto al crollo della sua casa a seguito di un incendio, reca incise le parole di gratitudine di un malato posto in degenza in uno dei cubicula della casa: EUTYCHES HOMO BONO HIC HABITAT / HIC SVNT MISERI. “Homo bono” viene definito. Questa era la considerazione che si aveva di lui presso la sua comunità, ma la vera magia, una di quelle che ti fanno davvero innamorare dell’archeologia, è costituita da un particolare: Eutyches non fu un imperatore, un grande console, un condottiero o un filosofo. Fu un medico. E la storia lo aveva selezionato per essere dimenticato. Un caso incredibilmente fortuito ha fatto sì che si salvasse e giungesse fino a noi attraverso 17 secolo quel frammento di muro. Consegnando a noi, e alla storia, il nome di quest’uomo, “homo bono“, che altrimenti non avremmo mai saputo…

La mia attività di ricerca sull’archeo-medicina è incentrata su diversi campi di applicazione pratica e teorica. Sotto il profilo teorico lo studio dei testi antichi di cura, dai papiri egizi agli scritti di Dioscoride, di Ippocrate, di Areteo di Cappadocia, poi di Celso e di Galeno. Sotto il profilo pratico con la ricostruzione, con l’aiuto di valenti artigiani, di uno strumentario medico in bronzo, ferro, legno, stagno, argento basato sia sui reperti esposti in vari musei nel mondo, sia sui testi scritti.

Questa mia passione mi ha portato, negli anni, a mettere insieme un amplissimo strumentario che comprende anche oggetti in marmo, signacula, utilizzati dai medici oculari; oltre che di un’ampia collezione di erbe medicinali utilizzate da Greci e Romani.

Inoltre posseggo una serie di riproduzioni di parti anatomiche fittili in terracotta, per rappresentare la parte legata alla soprannaturalità invocata in taluni casi sia a rinforzo dell’azione medica sia come unica opportunità di guarigione per chi, per il proprio status sociale, non poteva permettersi le cure di un medico.

Infine posseggo una serie di tabulae defixionum legate specificatamente alla medicina.

Questo mio strumentario è stato oggetto di interesse da parte del prof. Ralph Jacksone, ex curatore del British Museum e massima autorità mondiale in campo di medicina antica, e definito dallo stesso come il “più vasto e completo al mondo” (R.J., Rimini, 2017).

Partecipo a conferenze ed espongo il mio strumentario, spiegandolo e tenendo lezioni di Storia della Medicina Antica presso Università, siti archeologici e musei in Italia e nel mondo.

La mia strumentazione, nel 2019, è stata concessa in prestito per una mostra di due mesi al Museo di Storia della Medicina dell’Università La Sapienza, di Roma.

Ho tenuto 4 lectiones magistrales in università, affiancando anche in due occasioni i docenti in lezioni frontali con gli studenti.

 Ho ideato una serie di ricostruzioni storiche di interventi chirurgici basati sugli scritti di Celso e recitati interamente in latino e greco antico (della traduzione si è occupato il dott. Andrea Alesiani).

 

Museo della Via Ostiense, Roma

Università di Salerno

Università Roma 3

Università La Sapienza

Campus Biomedico, Roma

Università Roma 3

Università Roma 3

Domus del Chirurgo, Rimini

Domus del Chirurgo, Rimini

Univesità di Salerno

Univesità La Sapienza

Museo di Storia della Medicina

Con il prof. Ralph Jackson

Museo di Storia della Medicina

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Se non entriamo nella testa degli uomini e delle donne del passato non potremo mai capire il loro tempo…

– G. Franchetti